Cuore, ritmo e blocco dei sentimenti
Partiamo dal cuore. Il cuore è il nucleo, e la nostra esistenza dipende dalla sua attività costante e ritmica.
Quando questo ritmo si altera anche solo momentaneamente – ad esempio quando il cuore perde un colpo o si mette a battere all’impazzata – proviamo un senso di ansia nel più profondo del nostro essere.
Chi ha provato quest’ansia precocemente probabilmente svilupperà molti meccanismi di difesa per proteggere il cuore dai pericoli che ne possono disturbare il funzionamento. Non permetterà facilmente che il suo cuore venga toccato, e le sue reazioni al mondo non partiranno dal cuore.
Queste difese vengono elaborate nel corso della vita e infine formano una potente barriera contro qualsiasi tentativo di raggiungere il cuore.Una terapia valida studia queste difese, le analizza in rapporto all’esperienza di vita del soggetto e le elabora accuratamente fino a raggiungere il cuore.
Ma perché questo sia possibile, le difese devono essere comprese come un processo di evoluzione.
Vediamo nel diagramma qui sotto le stratificazioni delle difese, visualizzate sotto forma di cerchi concentrici.
I limiti dell’approccio verbale
Se è vero che possiamo aiutare una persona prendere coscienza delle proprie tendenze a negare, progettare, colpevolizzarsi o razionalizzare, è raro che questa coscienza influisca sulle tensioni muscolari o lasci uscire i sentimenti repressi.
In questo risiede la debolezza dell’approccio puramente verbale, che è necessariamente limitato al primo strato, cioè lo strato dell’io.
Se le tensioni muscolari non vengono toccate, la consapevolezza cosciente può facilmente degenerare in un diverso tipo di razionalizzazione con una forma concomitante, ma alterata, di negazione e di proiezione.
L’incapacità delle terapie verbali di produrre cambiamenti significativi della personalità ha fatto nascere un crescente interesse per gli approcci non verbali, centrati sul corpo.
Molte di queste tecniche terapeutiche tendono a evocare e a far emergere i sentimenti repressi.
Per guarire è importante che questi sentimenti repressi si possano esprimere.
È importante permettere a questi sentimenti un libero sfogo, perché soltanto scaricandoli si rende disponibile quell’energia necessaria per il processo di cambiamento.
Bisogna far sgorgare più e più volte questi sentimenti per poter disporre dell’energia necessaria per la crescita.
Da “Bioenergetica” di Alexander Lowen