I ruoli che interpretiamo

Essere / Apparire / Comunicare / Recitare / Adeguarsi

Quali sono i ruoli che ogni giorno interpretiamo senza esserne consapevoli?

“Non è colpa mia!” per ogni Vittima, che si chiami Calimero o Fantozzi, il responsabile è sempre qualcun altro.

“Adesso te la faccio pagare!” urla il Carnefice. “Ci penso io!” promette, rassicurante, il Salvatore.

Cos’è il Triangolo Drammatico

Vittima, Carnefice, Salvatore: il Triangolo drammatico, così definito dallo psicologo statunitense Stephen Karpman, definisce i contorni dei tre diversi ruoli che interagiscono reciprocamente all’interno di una relazione.

Se vuoi approfondire, ho parlato di triangolo drammatico anche in questa intervista pubblicata sul Wall Street International.

La Vittima

La Vittima si sente inferiore agli altri, vive la vita in modo prevalentemente passivo e si adatta anche quando non è necessario, partendo dal presupposto di essere sempre in difetto. Tende a nascondersi come per difendersi da un mondo che sente ostile e vive per questo una percezione di solitudine continua. Svaluta le proprie capacità, non è in grado di parlare a suo sostegno.

È alla ricerca inconsapevole di un Carnefice o Salvatore che la assecondi nella sua posizione.

Il Carnefice

Il Carnefice tende ad atteggiamenti compulsivi dettati dall’irascibilità ed irruenza, o atteggiamenti invasivi e prevaricanti.

Rabbia e disperazione lo portano ad assumere un atteggiamento punitivo nei confronti degli altri, motivo per cui li critica e li sminuisce, non attribuendo loro alcun valore.

Per evitare di sentirsi vittima, si sente al sicuro affrontando la vita sempre in attacco con toni rabbiosi, che gli creano il vuoto intorno.

È il partner “giusto” per la vittima.

Il Salvatore

Il Salvatore si prodiga per aiutare gli altri, anche quando il suo aiuto non è richiesto, partendo dal presupposto che essi non sono in grado di agire e gestirsi in modo autonomo.

Il Salvatore non ha un buon rapporto con se stesso, ma si riconosce il valore nella misura in cui è utile agli altri.

Cerca di incrementare la sua autostima con un dare in eccesso aspettandosi riconoscenza e gratitudine.

Il difetto in ogni ruolo

In ognuno di questi ruoli è implicita una svalutazione:

  • La Vittima non dà valore a se stessa
  • Il Carnefice e il Salvatore non attribuiscono valore agli altri

Nel creare e sviluppare le relazioni con gli altri ci facciamo trasportare dalla nostra “corsia preferenziale”, cioè la modalità di comportamento che abbiamo acquisito fin dall’infanzia nel processo di crescita.

Eric Berne, psicologo canadese fondatore dell’Analisi Transazionale, parla dei “copioni di comportamento” appresi nell’infanzia, riprodotti da adulti e oscurati “dalle nebbie sociali”.

Il bambino, in base alla sua interpretazione degli eventi e dei messaggi ricevuti dal nucleo familiare, mette in atto determinate strategie come mezzo per soddisfare i bisogni di attenzione e di riconoscimento.

Una volta acquisito, il copione si consolida strutturandosi in uno schema stimolo – risposta e si dimenticano le motivazioni per cui è stato concepito.

Ecco quindi che il copione prescelto si trasforma nella maschera che indossiamo in automatico ogni istante della nostra vita, a livello inconsapevole.

Come gettare le nostre maschere

Quale che sia la maschera che portiamo sul viso a livello inconsapevole, la verità è che se da un lato essa ci protegge, dall’altro non sempre corrisponde in pieno ai nostri bisogni, anzi spesso è un freno.

È anacronistica e non corrisponde a ciò che siamo oggi, non ci permette di esplorare nuove strade per esprimere al meglio noi stessi.

Ma è possibile staccarci dalle nostre maschere?

È impegnativo, ma possibile.

Non siamo condannati a seguire in eterno il nostro copione, possiamo scegliere di cambiarlo, a patto che lo desideriamo fortemente.

Il primo passo è armarsi di fiducia e promettere a se stessi di non barare.

Se siamo stanchi dei nostri schemi ripetitivi di comportamento che si concludono sempre con la sensazione di essere stati trascinati in una situazione spiacevole: “Perché continua a succedermi questo?”.

Possiamo scegliere di abbandonare gli atteggiamenti vittimistici o da super-eroi e metterci in ascolto, per imparare a riconoscere il nostro copione e scoprire nuove modalità.

Diventando più consapevoli, riusciremo a liberare l’energia bloccata da paure e rabbie antiche e a trasformarla per accettare noi stessi, amando i nostri limiti prima ancora dei nostri pregi.

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